Rivendico per me il nome Nessuno come intrinseco alla specie umana nonché patrimonio dell'umanità. Se, per citare ancora una volta un classico, siamo polvere e ombra, ogni uomo è nessuno oltre che Tizio, Caio o Sempronio. E' nessuno nella sua natura mortale, nella profondità della sua psiche, nella sua mancanza a essere e in tutto quello che fa, mosso da una consapevolezza che lo spinge a fare qualcosa della propria vita effimera, a fare persino meraviglie. Resta piena di fascino la sentenza: "Anche se l'universo lo schiaccia l'uomo è più nobile di ciò che l'uccide, poiché egli sa di morire mentre l'universo non ne sa nulla".
Sento di essere Nessuno come Ulisse, l'inventore di se stesso, e come Polifemo il cieco, come Edipo che non sa quello che ha fatto e come la Sfinge che nessuno conoscerà mai.
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