mercoledì 14 settembre 2016

Tensioni stilistiche

Se è vero che gli intellettuali, nella maggioranza dei casi, secondo Pierre Bourdieu e Diego Fusaro, forniscono il capitale simbolico atto a giustificare l'esistente, per ciò che attiene il campo letterario chi si sforza di cercare nuove forme o di alterare, tendere, trasformare quanto più possibile quelle consuete, colloca il suo lavoro in una posizione non immediatamente supina al potere.
Oggi come oggi gli stili fanno fatica a mutare o solamente a tendersi verso il nuovo o il diverso perché viviamo in un periodo conformista e conservatore. Tuttavia personalmente posso dire d'aver notato tensione stilistica per esempio in uno dei primi volumi di racconti di Christian Raimo, Dov'eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro?(minimum fax, Roma 2004), e nel Nosocomio di Rosaria Lo Russo (Effigie, Milano 2016), opera fra la prosa e la poesia. Cito queste due opere ma ve ne sono anche altre naturalmente.
Fra i racconti di Raimo quello intitolato Tutte queste domande mostra un dialogo smozzicato fra nonno e nipote sotteso dal flusso di coscienza del nonno. E' esibito un virtuosismo quasi barocco in queste pagine di discorso immediato (monologo interiore), che frammenta e sospende continuamente il discorso, lo varia, lo spinge ai livelli più profondi del subconscio, gli offre diversi appigli sintattici e forme grafiche, per cui le pause sono segnate addirittura in quattro modi diversi (puntini di sospensione, a capo, spazi bianchi fra le parole o fra le righe). Questa tensione stilistica mi pare mostri in maniera molto esplicita un tentativo di fuga dalle gabbie della narrativa convenzionale.