martedì 27 dicembre 2011

Una poesia di Francesca Matteoni

Ragazzo Volpe

Abitavamo nel bosco.
Percorrevamo vene di terriccio
o su per ore umbratili
le code spenzolanti, il legno azzurro.

Genti di pelle e nuvolaglie.
Gli occhi dei rapaci erano bianchi
lumi ossuti nella notte.

Rocce, resti, ramaglie.
Nel mezzo della pietra stava l’acqua
sospinta sulle sagome del mondo -
una nerezza antica dal fondale.

Io l’annusavo corrermi nel volto
dentro il corpo rotto, arborescente.

L’erba che si fa limpida e tagliente.

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